Occlusione della Vena Retinica Centrale 02867...USA
Una paziente di 83 anni riferì al praticante di soffrire di una condizione oculare nota come “occlusione della vena retinica centrale” (CRVO) all’occhio destro. Quando la vena retinica centrale è bloccata, la circolazione attraverso la retina è ridotta, si presenta gonfiore e spesso aumenta anche l’accumulo di liquido in quella zona. La vista di questa paziente era notevolmente danneggiata e veniva descritta come macchie scure in determinate zone della sua linea visiva, soffriva quindi di cecità parziale. Talvolta, era stato notato dolore da pressione. Quando si presentò inizialmente all’oftalmologo, il medico diagnosticò la condizione di cui sopra e la sottopose ad una serie continua di iniezioni al bulbo oculare ogni 4-5 settimane per allentare la pressione dietro l’occhio. Si sottopose anche ad un check-up generale per verificare la pressione sanguigna e altre possibili condizioni cardio-vascolari, tutte risultate negative.
La prognosi per questa condizione varia a seconda del paziente e quindi varia anche la durata del trattamento. Tuttavia, il danno alla vista si era verificato e, senza un cambiamento rapido dopo l’inizio del trattamento, le possibilità di recuperare la vista sono improbabili. E, dopo due anni e mezzo di trattamento, la paziente continuava ad andare dal medico ogni 4 settimane perché l’accumulo di liquidi e la pressione nell’occhio erano ugualmente intensi e senza alcun miglioramento della vista. Il medico disse che avrebbe dovuto proseguire con quei trattamenti a tempo indeterminato.
È importante notare che la salute complessiva di questa paziente è straordinariamente eccellente. Nessuna grave malattia in passato, pochissimi raffreddori comuni, qualche problema di udito. Tuttavia, nel periodo di inizio della CRVO, si era trasferita dall’Europa agli Stati Uniti ed era stanca e moderatamente stressata per il trasferimento.
Quando venne per il trattamento vibrionico (10/25/2012), le venne somministrato un rimedio orale oltre ad un collirio da mettere negli occhi. Inizialmente, la combo orale fu la seguente:
#1. CC7.2 Partial Vision + CC12.1 Adult tonic + CC15.1 Mental & Emotional tonic…TDS per 3 settimane.
L’11/10, CC15.1 Mental & Emotional Tonic venne sostituito da CC7.6 Eye Injury… 6TD per 4 mesi, poi QDS per 6 mesi.
La combo delle gocce per gli occhi era a base d’acqua e le carte usate furono:
NM17 Eye 200C + NM113 Inflammation 30X + BR2 Blood Sugar 200C + BR18 Circulation + BR20 Eye 200C
La paziente ritornò dal suo oftalmologo 3 settimane dopo aver iniziato il trattamento vibrionico. Per la prima volta in due anni e mezzo, ci fu un significativo cambiamento del 30% nelle condizioni dell’occhio e, quando osservato ai raggi X, il gonfiore si era notevolmente ridotto e così anche il quantitativo di liquido dietro il bulbo oculare.
Sebbene le fosse stata praticata un’iniezione, venne avvisata di estendere l’intervallo di tempo fino al successivo appuntamento dalle solite 4 settimane a 6 settimane. E così fece. Le settimane passarono e, mentre continuava il suo programma vibrionico disciplinato, sentiva pochissima pressione all’occhio; riferì anche un miglioramento della vista del 40%. Per altre due visite oculistiche a intervalli di sei settimane, ricevette le iniezioni all’occhio. Ma il medico disse che vi era un miglioramento ancora più significativo delle sue condizioni generali; circa il 50%.
E, alla visita successiva, sia i raggi X che un test visivo migliorato portarono a saltare del tutto l’iniezione. Il miglioramento della vista era davvero notevole, perché questo non è considerato possibile a questo stadio della condizione, poiché le cellule danneggiate vengono definite "morte". Andò ancora una volta e vi era pochissimo gonfiore, tuttavia le praticarono un’altra iniezione.
I tempi del trattamento vibrionico e il suo miglioramento sono molto significativi. Riguardo il tempismo, accadde qualcos’altro; la paziente fece una caduta e si ruppe il polso sinistro, per cui dovette portare un’ingessatura per 6 settimane. Questo rendeva impossibile l’assunzione dei rimedi vibrazionali a causa della scarsa destrezza e del gesso. Al successivo appuntamento con l’oftalmologo, due o tre settimane dopo la frattura, si fece fare un esame dell’occhio. Il gonfiore e la pressione erano ricomparsi e quindi ebbe di nuovo bisogno dell’iniezione.
Perciò, sebbene la condizione di CRVO non sia completamente scomparsa, ha risposto significativamente al trattamento vibrionico, migliorando quando lo assume e peggiorando quando non lo fa. Quando il gesso le venne tolto, riprese il rimedio vibrionico a dosaggio 6TD. Tre settimane dopo, alla visita successiva, il dottore non le praticò un’altra iniezione e riprogrammò una visita dopo altre cinque settimane, che sarebbero state un totale di dieci settimane, il più lungo intervallo tra due iniezioni dall’inizio del suo disturbo. A dicembre 2013, aumentava l’intervallo tra le iniezioni ogni volta che andava dall’oftalmologo, da 8 a 10 settimane. Entrambi i trattamenti proseguono simultaneamente.